Alessio Barchitta      |      Artwork

No Name

2021

Barchitta attinge agli scarti per realizzare la sua installazione al centro del quale una figura mostruosa, di natura fantastica, riposa in un sarcofago ligneo, circondata da simboli e immagini che raccontano la sua storia come rappresentazioni di una via crucis profana. Prima di presentarsi a noi il mostro è rinato dai rifiuti del torrente Patrì, dove viveva in solitudine, continuamente interrogandosi e immaginandosi umano. Ora il suo respiro invade la stanza, possiamo vederlo muoversi, la sua voce è spenta ma la lingua che possiede è creola, mescolanza di elementi di culture diverse, scelti tra gli scarti del nostro mondo senza sforzo di selezione e, invece, con famelica necessità di sopravvivenza. L’alfabeto con cui scrive il manifesto sul coperchio della sua culla nera è anch’esso schematizzazione di oggetti trovati nella discarica in cui ha abitato, rifiutati dall’uomo dopo essere stati consumati. Ogni lettera ha natura fisica, prima che fonetica. Questa stanza in cui cui entriamo è un mondo che abbiamo noi stessi prodotto ma che ci risulta anomalo e inesplorato e che possiamo tentare di ricostruire attraverso dettagli e indizi. Ironicamente, amaramente, siamo di fronte a noi stessi, mostri.

1° e 3° foto: Alessio Barchitta , No Name, 2021, Quotidiana / Portfolio, Museo di Roma – Palazzo Braschi, 16 settembre – 9 ottobre 2022, veduta dell’allestimento. Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, foto Carlo Romano.

alessio barchitta_no name6

incisione su multistrato marino trattato con la tecnica dello yakisugi, costume di scena, dispositivo meccanico

104 x 75 x 35 cm
2021


stampa su poliestere

130 x 195 cm
2021