Alessio Barchitta      |      Artwork

Supernova

2018

 

Ri-costruire è l’approccio che sta alla base del progetto. Assemblare ciò che è stato distrutto, ri-comporre i frammenti e dare loro nuova forma, la stella. In astronomia e astrofisica il termine indica uno sferoide luminoso di plasma che genera energia attraverso processi di fusione nucleare. Una stella “nasce” da un ammasso di gas (nebulosa interstellare) in cui gli elementi iniziano a interagire fra loro. La stessa muore per la scissione degli elementi costituenti tramite lento spegnimento o esplosione, detta “supernova”. Questa, diventa un ammasso di materia e di gas lanciati a forte velocità nello spazio, stella che all’improvviso e in misura eccezionale aumenta di luminosità, passando in pochi giorni dal limite di visibilità a una delle prime magnitudini, esaurendosi in alcuni mesi. Anche se questa nube di materia e gas si espande a grande velocità, date le distanze intergalattiche, noi continuiamo a vedere una zona luminosa abbastanza limitata nello spazio. Tale fenomeno è un paradosso: rende possibile percepire, per un breve lasso di tempo, una stella morta come viva. Il “non esserci si rende visibile”, percepiamo come unità ciò che non esiste più, il frammento, allora, perde di unicità e torna ad essere parte di un unico corpo. Il divenire, nei suoi aspetti concreti e impalpabili, così come lo intende Henri Bergson.

“Il tempo spazializzato della fisica che considera gli istanti che si susseguono come esterni uno all’altro, nel divenire differenti solo quantitativamente, è una astrazione che vuole sostituirsi alla reale durata dove tra istante e istante, che si compenetra uno all’altro, c’è una differenza qualitativa di una perenne creatività che si contrappone alla pretesa reversibilità del tempo della fisica”.

L’aspetto qualitativo è cardine dell’opera, i materiali ne sono testimonianza. Vecchi intonaci e pitture casalinghe, frammenti di un abitare in via d’estinzione, nuovamente riuniti a formare un monumento, concreto ed etereo, proprio del divenire. Dal latino devĕnire, quindi propriamente “venir giù”. Oggi il monumento è obsoleto, la pratica rimane comunque, ma l’effettivo riconoscimento avviene su scala più larga. Il monumento non è più etnografico, non appartiene alle qualità ma alla quantità, la “fama” è stata sostituita dalla “notorietà” che è il simbolo della transitorietà, del capriccio e della instabilità del destino.

Re-building is the approach that underlies the project. Assemble what has been destroyed, re-compose the fragments and give them new shape, the star. In astronomy and astrophysics the term indicates a bright plasma spheroid that generates energy through nuclear fusion processes. A star is “born” of a mass of gas (interstellar nebula) in which elements begin to interact with each other. The same dies for the splitting of the constituent elements by slow shutdown or explosion, called “supernova”. This becomes a mass of matter and gas launched at high speed in space, a star that suddenly and in exceptional measure increases in brightness, passing in a few days from the visibility limit to one of the first magnitudes, running out in a few months. Even if this cloud of matter and gas expands at great speed, given the intergalactic distances, we continue to see an area quite limited light in space. This phenomenon is a paradox: it makes it possible to perceive, for a short period of time, a dead star as alive.The “not being there becomes visible”, we perceive as a unity what no longer exists, then the fragment loses its uniqueness and returns to being part of a single body. Becoming, in its concrete and intangible aspects, as Henri Bergson understands it. The look qualitative is the cornerstone of the work, i
materials bear witness to this. Old plasters and home paintings, fragments of an endangered dwelling, again gathered to form a concrete and ethereal monument of becoming. From the Latin devĕnire, therefore properly “come down”. Today the monument is obsolete, the practice remains however, but the actual recognition takes place on a larger scale. The monument is no longer ethnographic, it does not belong to qualities but to quantity, “fame” has been replaced by “notoriety” which is the symbol of transience, whim and instability of destiny.

Alessiobarchitta_supernova_dettaglio

Intonaco, pittura murale, cemento, acciaio.

Dimensioni variabili
2018